Giuseppe Porri
Giuseppe Porri nacque a Siena il 22 maggio 1798 da Anna Zunel, di famiglia lorenese, e da Onorato, editore di origine brianzola.
Frequentò il Seminario di San Giorgio e successivamente intraprese gli studi giuridici che abbandonò nel 1824 per seguire l’azienda di famiglia. Il padre, infatti, dopo aver fondato a Siena una piccola impresa di barometri e termometri, dal 1794 aveva iniziato un commercio di libri e dal 1805 avviato, con l’aiuto di Francesco Spannocchi e del padre olivetano Bernardo Rozio, l’attività di stampatore.
Dopo essersi impegnato soprattutto nella pubblicazione di libri dedicati allo studio della lingua greca, aveva ampliato la propria attività con lungimiranza, acquistando torchi e altri macchinari appartenuti alla tipografia Pazzini Carli, la principale stamperia senese del Settecento fallita nel 1807. Parallelamente all’attività tipografica ed editoriale, i Porri, Onorato prima e Giuseppe poi, svilupparono il commercio di libri, sia nuovi sia antichi, al punto che il loro negozio si trasformò in un punto di riferimento per gli intellettuali non solo della città ma anche, successivamente, di letterati e artisti stranieri di passaggio da Siena. Legato da vincoli di amicizia a figure di simpatie liberali come Celso Marzucchi, Policarpo Bandini e Pietro Capei, assieme ai quali ebbe contatti con giuristi di cultura tardo-illuminista, come Giovanni Valeri e Sebastiano Pini, e soprattutto con Giovanni Domenico Romagnosi, frequentò alcuni giovani mazziniani senesi, fra cui il Marzucchi stesso. In quel periodo rivestì un ruolo di primo piano nell’organizzazione della società segreta detta “I fratelli di Bruto”, smantellata dalla polizia granducale nel 1833. A seguito di questo episodio il Porri fu arrestato e detenuto per alcuni mesi nella fortezza vecchia di Livorno. La mancanza di prove evidenti contro di lui scongiurò il rischio di una condanna.
Dopo tale esperienza Giuseppe Porri riprese intensamente la propria attività di editore-libraio, entrando in contatto con personalità eminenti della cultura toscana – tra i quali Giovan Pietro Vieusseux –, coltivando quella passione per il collezionismo che lo avrebbe portato a ordinare numerose raccolte, dai documenti alle monete, dai sigilli alle stampe, dai ritratti agli autografi di uomini illustri
Dal 1859 al 1862 fu consigliere comunale. Nel 1868 la ditta Porri chiuse i battenti, dopo aver stampato e pubblicato, in circa 60 anni di attività, quasi 400 edizioni. I torchi furono ceduti al tipografo Montemaggi di Colle val d’Elsa, mentre il negozio chiuse definitivamente nel 1884. Giuseppe il Porri morì a Siena il 9 marzo 1885.
Nel settembre del 1886 le numerose collezioni di Giuseppe Porri pervennero alla Biblioteca comunale per legato testamentario, fatta eccezione per quattro lastre di rame, tre delle quali recanti incisioni relative a storie raffigurate nel pavimento del duomo di Siena, lasciate al museo dell’Opera della Metropolitana.
