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Fondo manoscritti

Strumenti di ricerca

Il fondo manoscritti trae origine e si sviluppa grazie ai lasciti e donazioni di personalità di spicco ed eruditi locali, alle acquisizioni dei primi bibliotecari, Giuseppe Ciaccheri e Luigi De Angelis, e alle soppressioni delle istituzioni religiose, quella leopoldina (anni Settanta e Ottanta del Settecento), seguita da quella napoleonica (dal 1808) e da quella del Neogoverno italiano (1866).
Consistenti nuclei di manoscritti giunsero dall’Opera della Metropolitana, dai conventi di Sant’Agostino, San Domenico, San Bernardino all’Osservanza e da importanti abbazie e conventi limitrofi alla città.
Il fondo, eterogeneo per cronologia, tipologia e natura dei testi tramandati, consta di oltre 6.000 volumi, coprendo un arco cronologico di circa un millennio (IX-XIX secolo). Appartengono alla raccolta antichi manoscritti contenenti opere teologiche (Commentaria in Iohannis evangelium di Alcuino di York, IX-X secolo; Homeliae in Leviticum di Origene, XI secolo), bibliche (Lectionarium biblicum, anno 1017); codici liturgico-musicali, quali i graduali e antifonari realizzati tra il 1414 e il 1422 per volontà di Filippo degli Agazzari priore dell’Eremo di Lecceto.
Il fondo annovera esemplari splendidamente miniati, quali il Breviario francescano con miniature attribuite a Sano di Pietro o l’Antifonario miniato nel 1442 da Giovanni di Paolo; apparati figurativi di rilievo sono presenti anche nei manoscritti universitari, giuridici e filosofici, di origine bolognese o francese (XIII-XV secolo). Di particolare interesse sono i manoscritti che tramandano opere della letteratura italiana (XIV-XV secolo), i manoscritti scientifici, quale il Libro d’abaco di Leonardo Pisano (XIII secolo) e quelli di pratica medica e alchemica; e ancora, manoscritti in lingua greca, armena e araba. Ampiamente rappresentate sono le fonti di storia e cultura locale (carteggi, cronache, diari, documenti relativa alla presenza spagnola). Tra i materiali pervenuti nel sec. XIX (1865 e 1895), di particolare interesse sono le carte di Carlo e Gaetano Milanesi; la documentazione loro riconducibile (volumi miscellanei di materiali documentari e corrispondenza) è individuabile tramite l’Appendice al catalogo topografico dei manoscritti della Biblioteca.
 
Fondo musica manoscritta
Nel fondo è confluita gran parte del materiale musicale storico della città, pervenuto con le soppressioni degli enti religiosi (anni Sessanta dell’Ottocento) e alcune donazioni da parte di privati cittadini, risalenti ai primi decenni del ’900; in gran parte il materiale proviene dall’oratorio della Collegiata di Provenzano, riferibile ai maestri di cappella o musicisti attivi nella collegiata e impegnati nelle collaborazioni con le bande cittadine (Ettore e Deifebo Romagnoli, Angelo Ortolani, Rinaldo Morrocchi). Il fondo, composto da 1.825 unità, copre un arco cronologico dal XVII al XIX secolo.
 
Strumenti per l’accesso al fondo manoscritti
La Biblioteca pubblica di Siena disposta secondo le materie da Lorenzo Ilari. Catalogo che comprende non solo tutti i libri a stampa e mss. che in quella si conservano, ma vi sono particolarmente riportati ancora i titoli di tutti gli opuscoli, memorie, lettere inedite e autografe, a cura di Lorenzo Ilari, Siena, Tip. All’insegna dell’ancora, 1844-1848, 9 voll. Il catalogo, ordinato per materie, si presenta suddiviso in 7 classi: Belle lettere, Scienze morali, Scienze esatte, Scienze fisiche, Teologia, Storia, Arti e vi sono inclusi sia i manoscritti che i libri a stampa. I manoscritti sono contrassegnati da un asterisco (*) e identificati da una sommaria descrizione e dalla segnatura.
 
Inventario dei manoscritti della Biblioteca comunale degli Intronati, a cura di Gino Garosi, Siena, Ciaccheri, 2002, 3 voll.
Il I vol. è dedicato ai fondi corrispondenti alle collocazioni topografiche X (X.I.3-X.VI.3) e A (A.I.1-A.XI.62); il II vol. è dedicato alle collocazioni B (B.I.1-B.XI.22) e C (C.I.1-C.III.30); il III vol. contiene gli indici per secoli, manoscritti datati, autori opere e soggetti, incipit dei testi anonimi, illustrazioni, stemmi, ornamentazioni delle legature, copisti e scritture autografe, notazioni musicali, testi a stampa, note di possesso e note di provenienza.

Lorenzo Ilari, Inventario topografico dei manoscritti della Biblioteca Comunale di Siena, ms. Inventario topografico con descrizioni sommarie dei manoscritti, compilato nel secondo decennio del secolo XIX da Lorenzo Ilari.
 
Inventario topografico dei manoscritti. Appendice, 3 voll., ms. È l’Appendice all’inventario topografico realizzato da L. Ilari dove sono descritti i manoscritti pervenuti in Biblioteca durante le soppressioni unitarie.
 
Inventario del fondo musica manoscritta,dattiloscritto.
 
Luigi De Angelis, Catalogo dei testi a penna dei secoli XIII, XIV e XV che si conservano nella Pubblica Biblioteca di Siena in Capitoli dei Disciplinati della venerabile Compagnia della Madonna sotto le volte dell’I.E.R Spedale di S. Maria della Scala…, Siena, 1818, pp. 153-282.Catalogo dei manoscritti in lingua italiana posseduti dalla Bibioteca.
 
Codici miniati della Biblioteca Comunale degli Intronati (sec. XI-XII), a cura di B. Klange Addabbo, Siena, Edisiena, 1987. Nel catalogo è descritto gruppo di 27 codici dei secoli XI e XII con decorazione romanica.
 
Fondo iberico dei manoscritti della Biblioteca degli Intronati. Catalogo, a cura di L. Pinero Ramirez, Città di Castello, Tibergraph, 1988.
Il catalogo descrive 167 manoscritti contenenti documentazione relativa alla presenza spagnola a Siena nel Cinquecento.
 
 
Una parte dei manoscritti costituenti il fondo manoscritti è informatizzata ed è reperibile sul catalogo Sbart OneSearch
 
Sulla piattaforma BDS – Biblioteca Digitale Siena è presente una selezione di manoscritti digitalizzati in alta risoluzione.

Libri antichi a stampa

Strumenti di ricerca

Il nucleo costitutivo originario del fondo antico si deve al lascito di circa 3.000 opere della biblioteca privata di Sallustio Bandini che, alla fine del 1758, di fatto consentì l’istituzione della biblioteca dell’Università di Siena, divenuta poi comunale in epoca napoleonica. Il patrimonio si è arricchito costantemente grazie alle acquisizioni effettuate dai bibliotecari che si sono avvicendati, in primis Giuseppe Ciaccheri il quale destinò alla pubblica utilità, oltre che la sua infaticabile attività di raccoglitore, anche la propria raccolta personale. L’incremento dei beni librari seguì poi le vie canoniche: lasciti di famiglie facoltose o donazioni di singoli eruditi, cui si aggiungono gli effetti delle tre consecutive soppressioni verificatesi in Toscana, dalla Leopoldina alla Post-unitaria. In particolare a Siena e provincia alla fine del Settecento i provvedimenti legislativi di Pietro Leopoldo colpirono, a beneficio del patrimonio della BCI, il convento di San Domenico e lo Spedale di Santa Maria della Scala. Seguirono tra il 1808 e il 1810 le soppressioni del governo napoleonico che interessarono 74 conventi nella provincia di Siena (di cui 24 entro le mura cittadine); l’allora bibliotecario Luigi De Angelis, oltre ad aver gestito spostamenti cospicui di volumi – ad esempio dai conventi di San Bernardino all’Osservanza o di Sant’Agostino – riuscì anche ad acquistare sulla pubblica piazza molto di ciò che, non valutato come materiale meritevole di essere conservato nei capoluoghi di prefettura, era stato venduto come mobilia. Nel panorama delle biblioteche toscane di ente locale, il patrimonio antico a stampa della BCI è sicuramente il più considerevole: gli oltre 1.000 incunaboli e le quasi 10.000 cinquecentine lasciano da soli intuire la vastità della documentazione anche dei secoli posteriori. 

Incunaboli 
Un cenno speciale merita il fondo delle opere stampate nel XV secolo che comprende circa 1.000 edizioni; esso risulta prevalentemente costituito da testi di argomento religioso-teologico, filosofico, giuridico, oltre che da un numero notevole di opere di letteratura classica e di ambito scientifico. La provenienza del materiale è attribuibile in larga parte a biblioteche di enti monastici secolarizzati, come i conventi di Sant’Agostino e di San Domenico, i monasteri di Sant’Eugenio e di San Benedetto in Siena; un nucleo molto consistente giunse invece dalla biblioteca dell’abbazia di Monteoliveto Maggiore in Asciano. La biblioteca conserva circa un quarto delle edizioni senesi stampate nel corso del Quattrocento, vale a dire solo una ventina: nel panorama italiano Siena non fu, in effetti, un centro di stampa rilevante; vi si produssero quasi esclusivamente opere di natura giuridica, destinate all’ambiente universitario ed edite da tipografi di origine tedesca, perlopiù itineranti, come Enrico di Haarlem, Johann Walbeck, Sigismund Rodt e il più noto Enrico di Colonia.
Al di là dei grandi numeri complessivi, risalta la presenza di alcuni ‘monumenti tipografici’ di importanza bibliografica e storica indiscussa: l’Hypnerotomachia Poliphili di Francesco Colonna e le Epistole devotissime di santa Caterina da Siena, stampati da Aldo Manuzio il Vecchio rispettivamente nel 1499 e nel 1500; alcune edizioni romane di classici realizzate da Sweynheym e Pannartz tra il 1470 e il 1472; una parte della produzione degli ‘artigiani’ che hanno avviato e reso esemplare la tipografia veneziana più ‘alta’ come Nicolas Jenson, Vindelino da Spira e Erhard Ratdolt; opere che eccezionalmente recano illustrazioni calcografiche un secolo prima che la tecnica divenisse di uso comune, come il Monte santo di Dio di Antonio Bettini, Firenze 1477 o la Commedia con commento di Cristoforo Landino, Firenze 1481.
  
Cinquecentine
Un richiamo altrettanto specifico merita il nucleo delle edizioni del Cinquecento, il secolo dell’espansione e del perfezionamento dell’arte tipografica. L’ampiezza rilevante di questa parte del nostro patrimonio storico si deve non solo alle soppressioni conventuali – cui però si deve l’origine numericamente eccezionale per una biblioteca di ente locale – ma anche alla confisca dei beni di altri enti non ecclesiastici, ad esempio istituti d’istruzione o enti benefici come la “Nazione germanica” attiva presso lo Studio di Siena, il “Collegio Soletano”, lo Spedale di Santa Maria della Scala, per citare i maggiori. Altre vie canoniche d’incremento degli stampati cinquecenteschi sono state molte donazioni ormai storicizzate – ad esempio quelle del cavalier Giovanni Sansedoni Guglielmi [seconda metà del XVIII secolo] o del professore fiorentino Pietro Stromboli [a cavallo tra Otto e Novecento] – fino ai lasciti novecenteschi di intere collezioni private come quelle, per citare le maggiori, di Carlo Andreini o dei marchesi Bargagli Petrucci. Volendo porre in evidenza alcuni gruppi tematici di pregio, tra i molti possibili, è inevitabile un richiamo ai primi testimoni di ‘documentazione locale’ ossia alle opere stampate a Siena o di autori senesi, conservate in numero rilevante e oggetto negli ultimi anni anche di singoli acquisti in antiquariato. Tra queste spiccano egloghe pastorali, commedie rusticali e sonetti, risalta cioè la poesia volgare che, in generale, per la sua originaria destinazione essenzialmente popolare, si caratterizza per una rarità straordinaria. Tra gli altri nuclei notabili ci sono, ad esempio numerosi trattati di architettura: una decina di edizioni di Vitruvio e alcune delle opere di Leon Battista Alberti, Pietro Cataneo e Sebastiano Serlio. La registrazione delle copie possedute dalla BCI in Edit16 è limitata ‘solo’ a 5.800 edizioni.
 
Strumenti per l’accesso al fondo antico a stampa
Molto del patrimonio antico della BCI ha una descrizione informatizzata – mediante il software Alma – nel catalogo elettronico del Servizio bibliotecario senese, che raccoglie il patrimonio delle biblioteche dell’Università di Siena e dell’Università per stranieri, oltre ai documenti della rete ReDoS (Biblioteche e Archivi comunali della provincia di Siena) e di altre biblioteche cittadine (Accademia dei Fisiocritici, Accademia Chigiana, Biblioteca Briganti, Opera metropolitana del Duomo). Nel catalogo è possibile rintracciare tutti gli incunaboli, la quasi totalità sia delle cinquecentine sia del materiale miscellaneo antico [Miscellanee, filologiche e polemiche, filosofiche, opere teatrali, oratorie, biografiche Porri, Sapori, sacre, senesi e storiche]. La catalogazione informatica degli stampati dei secoli XVII-XIX è tuttora in corso. Si consiglia sempre di integrare la ricerca con un controllo nei due cataloghi a schede, presenti in Biblioteca: a. nel catalogo generale per autori a schede mobili e b. nel catalogo Staderini a volumi esclusivamente dedicato al materiale miscellaneo.
Sulla piattaforma BDS – Biblioteca Digitale Siena è presente una selezione di libri antichi digitalizzati in alta risoluzione.
 

Gabinetto disegni e stampe (GDS)

Collezioni e strumenti di ricerca

Il Gabinetto disegni e stampe, ospitato nei locali del primo piano della Biblioteca, conserva un patrimonio – particolarmente rilevante per quanto riguarda la scuola senese – di circa 10.000 disegni e 28.000 stampe, oltre a una collezione di manifesti pubblicitari e a un fondo di fotografie, lastre fotografiche, cartoline. Il GDS dispone anche di una biblioteca di consultazione specializzata in storia dell’arte a supporto degli studiosi.

La collezione Ciaccheri
La formazione e lo sviluppo delle collezioni grafiche si devono in gran parte alla passione antiquaria di Giuseppe Ciaccheri (1724-1804), primo bibliotecario e ordinatore delle raccolte, che affiancò all’interesse per i libri la passione per le opere d’arte, in particolare per le stampe e disegni, collezionati personalmente a partire dalla metà del XVIII secolo e in seguito da lui stesso donati anche all’istituto (come avvenne nel 1774 per le stampe di Fedro Bandini).
La raccolta comprende taccuini e album perlopiù miscellanei, oltre a fogli restaurati e montati in passe-partout per ragioni di ordine conservativo.
Nell’intento di documentare il percorso della scuola figurativa locale, il taglio e le scelte collezionistiche dell’abate si erano orientati principalmente verso la ricerca di esemplari di artisti senesi od operanti a Siena: Francesco di Giorgio Martini, Giuliano da Sangallo, Domenico Beccafumi, Sodoma, Baldassarre Peruzzi, Alessandro Casolani, Francesco Vanni, Rutilio Manetti, Bernardino Mei, i Mazzuoli, i Nasini, sono soltanto alcuni fra gli autori dei disegni custoditi. Analogo indirizzo aveva seguito la raccolta di stampe che documenta l’opera di questi stessi maestri attraverso l’attività dei principali incisori e stampatori senesi, come i Florimi, Orazio Brunetti, Bernardino Capitelli e molti altri. Uno spazio significativo trovano comunque anche documenti grafici delle altre scuole italiane e di quelle “oltremontane”, fra i cui massimi esponenti spicca il nome di Albrecht Dürer.

La collezione Gori Pannilini
Il corpus delle incisioni si arricchì notevolmente nel 1877 con il lascito di Augusto Gori Pannilini (1822-1877) che donò la raccolta di famiglia, una delle più importanti della città, formatasi già alla metà del Settecento. La collezione, composta di 2.708 stampe sciolte e 60 in volume, comprende pochi esemplari senesi, mentre privilegia le altre scuole italiane e straniere, andando dunque perfettamente a integrare il vasto nucleo ciaccheriano. La raccolta, già esposta a partire dal 1880 in un’apposita Galleria delle Stampe, comprende opere, tra gli altri, di Marcantonio Raimondi, Beatricetto, Marco Dente, Stefano Della Bella, Jacques Callot, i Sadeler, Villamena, Antonio Tempesta.

La collezione Porri
Nel 1885, in seguito a legato testamentario, pervenne in Biblioteca la collezione di Giuseppe Porri  (1798-1885) composta oltre che di autografi, disegni, medaglie, monete, sigilli, volumi manoscritti e a stampa, di numerose incisioni di vario soggetto, formato e scuole, riunite in 52 volumi miscellanei, 47 volumi di ritratti e 17 cartelle di stampe sciolte.

Altre donazioni e acquisizioni
Altre donazioni e acquisizioni, sia pure di minore consistenza, accrebbero nel corso dell’Ottocento i fondi già esistenti: nel 1845 vennero donati i disegni dell’architetto senese Agostino Fantastici e nel 1862 le vedute del territorio senese di Ettore Romagnoli.
Al Novecento risalgono le donazioni delle raccolte di stampe di Pietro Stromboli e di Pèleo Bacci, di un significativo fondo di lastre e stampe fotografiche da parte di Ferruccio Malandrini, e dei manifesti appartenuti a Fabio Bargagli Petrucci  (1875-1939). Quest’ultima collezione, acquisita nel 1935, comprende circa 140 esemplari di fine Ottocento e primo Novecento realizzati da maestri della nascente grafica pubblicitaria come Mataloni, Dudovich, Hohenstein, Metlicovitz, Cambellotti, Carpanetto.
Negli anni Settanta del Novecento è tornato a far parte delle raccolte della Biblioteca il materiale grafico che, negli anni Trenta dello stesso secolo, era stato trasferito nella sezione del Museo civico dedicata all’iconografia e alla topografia senese.
 
La catalogazione
A partire dal 2000 la Biblioteca ha avviato una campagna di catalogazione che ha portato anche alla digitalizzazione di un ragguardevole numero di disegni e stampe. La catalogazione è tuttora in corso.
 
Strumenti per la consultazione del materiale grafico
Una parte del materiale grafico del GDS è informatizzata ed è reperibile sul catalogo Sbart OneSearch.
 
La Biblioteca pubblica di Siena disposta secondo le materie da Lorenzo Ilari. Catalogo che comprende non solo tutti i libri a stampa e mss. che in quella si conservano, ma vi sono particolarmente riportati ancora i titoli di tutti gli opuscoli, memorie, lettere inedite e autografe, a cura di Lorenzo Ilari, Siena, Tip. All’insegna dell’ancora, 1844-1848, 9 voll. Il catalogo, ordinato per materie, si presenta suddiviso in 7 classi: Belle lettere, Scienze morali, Scienze esatte, Scienze fisiche, Teologia, Storia, Arti.
 
Lorenzo Ilari, Inventario topografico dei manoscritti della Biblioteca Comunale di Siena, ms. Inventario topografico con descrizioni sommarie anche dei taccuini e degli album, compilato nel secondo decennio del secolo XIX da Lorenzo Ilari
 
Inventario topografico dei manoscritti. Appendice, 3 voll., ms. È l’Appendice all’inventario topografico realizzato da Lorenzo Ilari dove sono descritti anche i taccuini e gli album pervenuti in Biblioteca durante le soppressioni unitarie.
 
Sulla piattaforma BDS – Biblioteca Digitale Siena è presente una selezione di disegni e stampe digitalizzati in alta risoluzione.
 
 
Inventario della donazione delle stampe Gori Pannilini
 
Inventario Iacometti
 

Fondo senese

Descrizione

Uno dei compiti principali di una biblioteca è documentare la realtà locale attraverso la raccolta e conservazione di vari tipi di materiali, non solo libri ma anche fotografie, mappe, cartoline, manifesti etc.
La Biblioteca comunale degli Intronati ne è un esempio significativo: possiede un vasto patrimonio di manoscritti, carteggi, libri antichi, stampe e disegni, molti dei quali di provenienza senese. Negli ultimi decenni ha dato vita ad un Fondo di periodici e giornali senesi e ha digitalizzato una parte del suo patrimonio, creando un archivio di svariate centinaia di migliaia di immagini.
Il Fondo senese propriamente detto include monografie e pubblicazioni recenti (oltre 9.000 documenti), a cui si aggiunge un fondo parzialmente analogo destinato al prestito. La documentazione locale è attualmente distribuita nelle scaffalature del ballatoio della sala di consultazione. La biblioteca, attraverso l’acquisto, la donazione e il deposito legale, accresce ogni anno il patrimonio del suo fondo locale, cercando per ogni opera di acquisire almeno due copie per garantire la disponibilità alla consultazione e la sua conservazione.
L’importanza storica e culturale di Siena, insieme all’abbondanza di pubblicazioni locali, rende il censimento e la raccolta di questo materiale un compito complesso, per il quale è spesso richiesto l’aiuto di collaborazioni esterne.